sabato 21 luglio 2018

Viaggio di un naturalista intorno al mondo di Charles Robert Darwin

Darwin, il padre dell'evoluzionismo, fu un naturalista che operò nel corso dell'Ottocento in Inghilterra. 

Un giovane (22 anni) Darwin prima dell partenza con il Beagle

Le teorie sulla storia dell'evoluzione umana, rivoluzionarie per l'epoca, furono figlie di un viaggiò che lo studioso compì intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle, sotto la bandiera della corona inglese. Nel suo viaggio il naturalista ebbe modo di studiare approfonditamente il mondo naturale: dall'aspetto geologico a quello faunistico, dalle svariate tipologie di faune ai comportamenti umani, tutti rapportati con l'ambiente in cui vivevano. 

La copertina in inglese del libro

Fu un vero rivoluzionario, le sue teorie spazzarono via le precedenti influenzate dal dogma religioso e quindi fondate sulla mancanza di sperimentazione, sebbene ebbe un importante predecessore nel tedesco Alexander von Humboldt, al tempo famosissimo ma ora caduto nell'ombra. 

Alexander von Humboldt e Aime Bonpland in un celebre dipinto

Il viaggio a bordo del Beagle durò dal 1831 al 1836, con partenza ed arrivo da Plymouth, porto sulla costa meridionale inglese. 

Il percorso del Beagle

 La nave fece rotta inizialmente verso le Isole  Canarie e Capo Verde, quindi attraversò l'Oceano Atlantico per arrivare in Sud America (Bahia, Rio de Janeiro, Montevideo, Isole Malvinas/Falkland) e da qui doppiare il Capo Horn in Patagonia. La nave risalì la costa pacifica sudamericana fino a Valparaiso e Callao/Lima, quindi puntò sulle isole Galapagos. 

 
Una copia dell'edizione originale

Qui Darwin ebbe modo di dare spinta alle sue teorie evoluzionistiche, studiando approfonditamente l'evoluzione della specie in un contesto di un ambiente isolato nel mare. In seguito attraversò l'Oceano Pacifico facendo scalo a Tahiti, Nuova Zelanda, Australia e Tasmania. 
Il Beagle

Percorrendo le tratte note, a sud del continente scoperto da circa 200 anni dagli inglesi, il Beagle salì verso nord sino alle Isole Keeling, quindi puntò verso sudovest nell'Oceano Indiano e toccò le Isole Mauritius ed il Madagascar. Doppiato il Capo di Buona  Speranza sulla punta meridionale dell'Africa, risalì la costa ed arrivò a Sant'Elena, isola dispersa nel mare e luogo di confino di Napoleone.  


 La tratta proseguì verso l'Isola di Ascension, isolata in mezzo all'Oceano Atlantico, quindi di nuovo Bahia in Brasile, Capo Verde, le Azzorre per giungere di nuovo a Plymouth. Lo studio di ecosistemi isolati, con le loro differenze ed abitudini particolari, permise di elaborare le nuove teorie evoluzionistiche nella "Origine della specie" (1850). 

Darwin in vecchiaia

Questo libro narra le impressioni di viaggio, le descrizioni di luoghi, popoli, animali e fauna di tutti gli ambienti visitati da Darwin. Per un'ottima lettura del libro consiglio di accompagnarsi, quando necessario, da una ricerca su internet per comprendere a pieno e completamente l'oggetto della spiegazione, ed online si trovano anche riproduzione dei disegni originali della prima pubblicazione.

Una pagina originale

Una pagina originale con scena in Patagonia

Una pagina originale
Edizione italiana

lunedì 16 luglio 2018

Una passeggiata nei boschi di Bill Bryson

Bill Bryson è uno dei più famosi scrittori americani di narrativa di viaggio, da oltre 30 anni racconta con ironia ed eleganza le sue esplorazioni nel mondo. 

Il percorso
Dopo America Perduta, dove all'inizio degli anni 90 ripercorreva le strade di Jack Kerouac raccontando come era cambiata l'America, decise di percorrere a piedi il sentiero degli Appalachi, un percorso che attraversa gli USA da nord a sud negli Stati Uniti orientali.


Bill Bryson
 Nel 1997 esce così "A Walk in the Woods: Rediscovering America on the Appalachian Trail", un racconto umoristico dell'esperienza piena, e spesso tragicomica, di un cinquantenne che si mette in gioco e decide di incamminarsi attraverso boschi infestati da insetti, serpenti e orsi, dormendo in ricoveri aperti di fortuna (e spesso nevica o piove esattamente dalla parte peggiore), mangiando cibo scadente e bevendo acqua forse non perfettamente potabile.
Uno dei ricoveri aperti dove trovare riparo la notte

Un tipico ricovero di fortuna
Indicazioni
E' un travolgente e divertentissimo libro, pieno di colpi di scena con acute riflessioni, talvolta amare, sull'America e gli Americani e la loro idea di natura. Ad accompagnarlo per parte del viaggio l'amico pasticcione Stephen, che si infila in una serie infinita di guai, volontariamente e involontariamente, ma sempre con una naturalezza assoluta.
Nel 2015 è uscito un film ispirato al libro, interpretato e diretto da Robert Redford che fa a parte di Bill, accompagnato da un divertentissimo Nick Nolte in quella di Stephan.
https://it.wikipedia.org/wiki/A_spasso_nel_bosco

Una scena del film





https://it.wikipedia.org/wiki/Una_passeggiata_nei_boschi
https://it.wikipedia.org/wiki/Bill_Bryson

giovedì 10 settembre 2015

Italica 150: Cronache e voci da un paese in cammino

Il secondo post è un articolo che ho scritto quest'anno dedicato ad un altro scrittore che ha influenzato la mia vita. Ricordato da molti per l'esordio fulminante con "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" durante la metà degli anni Novanta, Enrico Brizzi con gli anni ha saputo diversificare la sua scrittura. Dal mutare del paese Italia, con una serie autobiografica, ai racconti di viaggi a piedi lungo le grandi arterie che hanno fatto la storia dell'Europa. Da una serie ucronica sino ai romanzi generazionali, Brizzi ha letto il cambiamento degli ultimi 20 anni riscoprendo tra i primi la nuova era dei viaggi a velocità umana.

Enrico Brizzi

Il post di oggi parla del viaggio attraverso l'Italia di Enrico Brizzi ed i suoi compagni  dalla Vetta d'Italia, in Alto Adige, a Capo Passero, in Sicilia...2191 km per le strade di un paese in continuo mutamento ma che conserva ancora angoli di storia, di vita, di paesaggio immutato dall'Unione d'Italia.

Il percorso in azzurro

E il tema è proprio questo, attraversare il paese e cercare di leggerlo, cogliendone le contraddizioni come le virtù, i paesaggi incantati al pari della cementificazione selvaggia, le genti che colorano il Paese così diverso nei particolari ma unito sotto la stessa identità culturale.

In giro con la sempre presente bandiera Anita

La ricerca di esperienze e voci, testimonianze dei luoghi più nascosti del paese ma non meno belli, accompagnati dalla consapevolezza di un mondo in continuo cambiamento, dove giorno dopo giorno si perdono le memorie del passato, sono le leve che spingono questa generazione di quarantenni a cercare una via diversa alla vacanza o allo spostamento, scegliendo di vivere alla velocità primitiva.

Impareggiabile pausa ristoratrice

Cercano lo spostamento a passo d'uomo, a 4,5 - 5 km all'ora, che ti permette di vedere man mano, compiendo al massimo 30 km al giorno, il cambiamento del paesaggio...ti permette di guardare con attenzione un fiore come una cima, un cane che ti segue abbaiando lungo una recinzione oppure osservare per minuti interi il profilo del mare che si trova ad un metro da te mentre cammini verso la meta giornaliera.

La partenza dalla Valle Aurina

Brizzi, che è scrittore con carriera ormai ventennale, accompagna questa "escursione a lungo termine" con una guida studiata scritta insieme all'amico Fini, "Italica 150: Cronache e voci da un paese in cammino", dove si spiegano le motivazioni e le sensazioni, la società e il Paese con uno stile scorrevole ma mai ovvio.

La guida

 http://www.ibs.it/code/9788865980811/brizzi-enrico/italica-150-cronache.html

il dvd

Si può trovare anche il dvd con tutto il viaggio, con una avvincente colonna sonora.

http://www.italicaedizioni.it/italica-150-viaggio-a-piedi-dall-alto-adige-alla-sicilia/ 



Non manca il romanzo dell'avventura, una piacevolissima lettura con avvincenti salti tra il 1861 e il 2011, tra fantasia, sport e Unità d'Italia.

Sulla strada di Jack Kerouac


Vorrei iniziare questo blog con un mio vecchio articolo per una rivista online che parlava di arte: cinema, musica, poesia, fotografia e letteratura si alternavano ed eravamo giovani studenti univeritari o neolaureati. Centro di Gravità ci permise di misurarci con le nuove forme di comunicazione che il neonato  web permetteva...erano ancora gli anni dei modem a 56k e le immagini piccole, ma con l'aiuto di un amico smanettone creammo questa piazza virtuale dove ognuno portava le sue esperienze. E' ancora online se siete interessati ( http://web.tiscali.it/cdg/ ), con l'ultima impaginazione del 2003.

La scelta di "Sulla Strada" di Jack Kerouac fu dettata dall'importanza della sua figura e della sua opera nella mia vita; lo scoprii grazie ad una insegnante di italiano che notò come fossi assiduo lettore di letteratura di viaggio e me lo consigliò dicendomi che mi avrebbe aperto un cratere di domande e conoscenze...a distanza di più di 20 anni posso dire che ebbe ragione e che comprese come ero. L'articolo è stato scritto nella seconda metà degli anni Novanta, ora la mia scrittura è diversa, ho avuto altre influenze e conoscenze, ma voglio lasciarlo così senza toccarlo perché è giusto che fotografi quel momento dello studente universitario. Buona lettura 

 LA STRADA E' VITA
Sal e Dean (Jack Kerouac e Neal Cassady) percorrono un'infinità di miglia da una costa all'altra degli Stati Uniti, un "COAST TO COAST"- come si dice nello slang americano - fitto d'avvenimenti più o meno piacevoli, che continuamente spezzano e legano l'amicizia tra i due.
Il manoscritto

"Sulla strada" si può definire il diario estivo di Salvatore Paradiso, un italoamericano che vive con l'amata zia a New York. Sal, così lo chiamano tutti, frequenta l'università e scrive libri nel tempo libero. Il romanzo racconta le avventure di Sal, Dean, Old Bull Lee (William Burroughs, autore de "Il pasto nudo"), Carlo Marx (Allen Ginsberg, autore di "Urlo") e tanti altri beat che tra il 1947 ed il 1950 hanno attraversato la terra a stelle e strisce da est ad ovest, da nord a sud, selvaggiamente, rubando auto, facendo il pieno di notte mentre il benzinaio dorme in ufficio, con il pollice alzato supplicando un passaggio sotto la pioggia incessante e molto spesso vagabondando come barboni per le strade americane.
Le amicizie non si contano, gli amori sono innumerevoli come i continui guai con la giustizia e le folli corse lungo le interminabili highway. Il fulcro di questo peregrinare, il luogo d'incontro-scontro per tutti è Denver, nel cuore pulsante del Colorado; di qui passano tutti i viaggi per San Francisco, Los Angeles, New York, New Orleans e Città del Messico.
Molto significativi sono i percorsi, che attraversano il paese andando verso qualsiasi direzione, verso qualsiasi luogo dove regna la libertà: eccoli.
1947: New York, Newburgh, New York, Cleveland, Chicago, Omaha, Cheyenne, Salt Lake City, San Francisco, Fresno, Los Angeles, Blythe, Prescott, Flagstaff, Albuquerque, Guymon, Ponca City, Vigita, St. Louis, Indianapolis, Pittsburgh, New York. 
1948: New York, Baltimora, Washington, Richmond, Columbia, Macon, Mobile, New Orleans, Beaumont, Houston, Austin, Sonora, El Paso, Las Cruces, Tucson, Phoenix, Los Angeles, Fresno, San Francisco.
1949: Denver, Craig, Salt Lake City, Reno San Francisco, Reno, Salt Lake City, Craig, Denver, North Platte, Omaha, Des Moines, Davenport, Chicago, Detroit, Cleveland, Brookville, New York.
1950: New York, Baltimora, Washington, Cincinnati, St. Louis, Kansas City, Topeka, Salina, Goodland, Limon, Denver, Pueblo, Clayton, Dalhart, Amarillo, Childress, Abilene, Mason, San Antonio, Laredo, Sabinas Hidalgo, Monterrey, Gregoria, Città del Messico.

La mappa dei viaggi

I protagonisti del romanzo sono stati trasportati direttamente dalla realtà, e di conseguenza anche il loro passato - ma soprattutto il loro presente - ha profonde radici nella realtà americana.
Sal vive molto staccato dalle tipiche tradizioni italiane ed il suo comportamento appare più quello di un americano "purosangue". Gli studi universitari gli hanno permesso di praticare il football, la sua grande passione, anche se le citazioni a riguardo sono sparse e disordinatamente nominate all'interno del libro.
Dean Moriarty è esattamente l'opposto di Sal: nato in auto nei pressi di Denver, figlio di uno sbandato ubriacone, ha vissuto l'adolescenza seguendo il padre da una parte all'altra del paese e facendo i lavori più disparati per avere di che mangiare almeno una volta al giorno.
Old Bull Lee è uno dei personaggi più atipici del romanzo, così lo descrive Kerouac: "Diciamo soltanto che era un maestro, e si può affermare che aveva tutti i diritti di insegnare perché aveva passato tutta la sua vita ad imparare". Più avanti dice di lui: "A Chicago faceva il sicario, a New York il barista…Adesso lo studio decisivo era sul vizio degli stupefacenti". Old Bull Lee è un personaggio dalle molte sfaccettature: vive con continui eccessi la vita, usa periodicamente la morfina a fine pasto, quasi da digestivo, ed ha relazioni omosessuali con amici, musicisti, scrittori, con una naturalezza che non può non stupire se pensiamo agli Stati Uniti del primo dopoguerra.
Attorno a queste tre figure - e specialmente le prime due - ruotano un'infinità di personaggi che popolano le strade americane: disadattati, vagabondi, orfani, ribelli, ricercati, alcolizzati, morfinomani ed infine amanti della libertà, alla ricerca di quello che la vita piena di sofferenze non gli ha mai dato.
Il libro presenta un lessico molto vario, anche se vocaboli come libertà, ribelle, diavolo, jazz ed auto ricorrono con una certa frequenza: non bisogna stupirsene in quanto servono a rendere il libro più incentrato sulle tematiche affrontate.
Gli aggettivi usati hanno la stessa funzione, e non sono da meno i verbi, tutti tesi ad enfatizzare ogni singolo momento. Sui verbi bisogna dire che molte volte sembrano usati erroneamente o perlomeno incongruentemente: niente di più sbagliato, il loro uso così forzato rende molto l'idea delle situazioni ed aiuta a vivere in prima persona i dialoghi.
La lingua, semplice e diretta, colpisce per la sua funzione connotativa. L'uso di determinati termini invece di altri, in apparenza più precisi, è un'operazione riuscitissima ed è ricollegabile al lessico. Leggendo tra le righe, riusciamo a comprendere meglio il disagio di questa generazione vissuta tra la grande depressione del '29 e la Seconda Guerra Mondiale.
Molti di loro hanno pure combattuto e ne sono rimasti profondamente colpiti, se non addirittura feriti. Dinanzi a questi grandi dolori può capitare che ad uno, due, dieci, cento, mille di loro sorga il pensiero che è nato in Kerouac, e che è di matrice buddista: "La vita è essenzialmente dolore".

Kerouac

La narrazione è estremamente realistica, e si basa su fatti realmente accaduti. I continui spostamenti in auto, corriera, treno ed a piedi ci trasmettono in prima persona gli avvenimenti ed i precisi riferimenti a città, vie, negozi e paesaggi ci comunicano quanto tutto sia disperatamente reale.
Il libro è stato scritto con irruenza, senza punteggiatura, precisamente in 21 giorni di febbrile lavoro.
I redattori che pubblicano libri di Kerouac sono pregati di "lasciare la prosa esattamente così come è stata scritta", eppure un certo Malcolm Cowley fa diverse revisioni di "Sulla strada".
Come già detto in precedenza, il libro narra le avventure dei beat nelle estati americane del '47, '48, '49 e '50. Kerouac utilizza una strategia narrativa che assomiglia molto al diario, e molto spesso si dilunga in lunghe descrizioni di struggenti tramonti o di scalcinati alberghi. La continua contrapposizione tra il bello ed il brutto sostiene l'ossatura del libro, e catapulta il lettore in una realtà ormai passata, inghiottita dal tempo e molto spesso opposta alla nostra. La possibilità di avere ogni cosa quando lo vogliamo ci ha tolto il gusto dell'attesa, e probabilmente il lettore cerca di capire cosa ha spinto questi giovani a spostarsi da est ad ovest senza un'apparente meta, spinti solo dalla forza della disperazione.

A Tangeri con Peter Orlovsky ed Allen Ginsberg
 
Fin dall'adolescenza Kerouac conobbe la tragedia della morte, che nel '26 lo privò del fratello maggiore Gerard, suo primo compagno di giochi nonché eroe delle avventure nei dintorni di casa. La tragica crisi economica del '29 e la visione di un uomo che gli morì davanti agli occhi alimentò la paura e la sua frustrazione per l'incapacità di spiegarsi tali eventi. Per fuggire dai drammi il bambino si rifugiò in un suo mondo immaginario, pieno di corse di cavalli, fumetti e racconti fantastici che allargò quando fu iscritto alla scuola elementare di Lowell.
La passione per i fumetti e gli eroi senzamacchia, "The Shadow" prima di tutti, lo spinsero a ricreare insieme agli amici delle avventure in cui lui compariva come eroe votato all'annientamento del crimine, e da queste avventure nacque il Dr. Sax, personificazione delle sue difficoltà nella comprensione della morte e della religione.
La guerra lo portò ad arruolarsi nella marina mercantile, a bordo della S.S. Dorchester, e la morte gli si presentò di nuovo, infatti la nave gemella fu silurata e nel viaggio successivo anche la sua fu affondata e perirono più di 1000 persone, ma fortunatamente Jack aveva già ripreso gli studi alla Columbia University.
L'identità cattolica dell'adolescenza stava scemando e Jack, senza stimoli, cominciò a bere dissennatamente, tanto che lasciò di nuovo la Columbia dopo uno scontro verbale con il suo allenatore di football e si arruolò in marina. Questa volta arrivò in Inghilterra e questa esperienza lo caricò di nuove forze che lo spinsero a scrivere "The sea is my brother".
A New York nel giro di poco tempo conobbe Cassady, Cru, Ginsberg, Burroughs e gli altri Beat, con i quali passò uno dei periodi più felici della vita, anche se nel '46 il padre gli morì tra le braccia in seguito ad un cancro alla milza e Jack cadde di nuovo in profonda depressione.
La pubblicazione di "The Town and the City", nel '50, lo aiutò a ricordare la sua famiglia e quei sentimenti che per un po' aveva dimenticato, ma allo stesso tempo anche a riaprire vecchie ferite, mai guarite nel suo inconscio, il fratello, il padre, il football.
Molto più tardi Jack fu iniziato da Philip Lamantia al peyote e, ben più degno di nota, al buddismo. Philip infatti in quel periodo si era da poco interessato alla lettura de "Il libro tibetano dei morti", un libro sacro che parlava di morte e rinascita che colpì profondamente Jack e lo spinse di nuovo ad aver fede, anche se in qualcosa di diverso rispetto al cattolicesimo della sua infanzia.
Con il passare del tempo il suo credo fu sempre più influenzato dai principi zen ed uno in particolare segnò la restante esistenza dello scrittore:"La vita è essenzialmente dolore".

Jack Kerouac e Neal Cassady
 La strada è vita, lo spostarsi ininterrottamente da un luogo all'altro placava l'irrequietezza figlia del dolore continuo dell'esistenza. Neal Cassady impersonava il bisogno di spostarsi, ma non era un esploratore e non voleva rinverdire il mito americano della frontiera aperta.
L'opera di Kerouac apparì alla critica mondiale come un qualcosa di nuovo, un filone letterario nato dalle ceneri della Lost Generation e dalle esperienze dell'eccesso. Il libro emanava una forza di vita ed una capacità di coinvolgimento che indicavano la rinascita della letteratura americana, infatti ai critici piaceva la crudezza delle situazioni, la scorrevolezza del discorso e le tematiche trattate con tanta dimestichezza.
I lettori si infiammavano leggendo le gesta dei beat, e si impersonificavano a tal punto da lanciarsi a capofitto in avventure simili, molto spesso senza capire quale era il filo conduttore che portava Kerouac e compagni a San Francisco e Denver. San Francisco in quel periodo rappresentava la rinascita culturale della sopita identità americana: qui i poeti scrivevano ispirati dalla luna e dalle acque del Pacifico, qui Charlie Parker, Count Basie e Thelonious Monk suonavano ininterrottamente tutta la notte, molto spesso accompagnati dalla voce di Billie Holiday, qui i pittori ricoprivano le loro tele di innovative colorazioni. Come Los Angeles nei '60, New York nei '70, e di nuovo Los Angeles con Miami negli '80 ed ora Seattle nei '90, i '50 furono segnati dalle note dei musicisti della costa occidentale.
La critica americana apprezzava il connubio tra la Beat Generation ed il Jazz, e sempre più frequenti diventarono le serate a base di poesia e musica - i noti reading - nei locali di San Francisco: El Matador, Jazz Workshop e The Cellar.

Titolo originale:
On the road
Autore:
Jack Kerouac
Anno di pubblicazione della prima versione in lingua italiana e casa editrice:
1959 Mondadori
Anno di pubblicazione nella versione in lingua originale e casa editrice:
1957 Viking Press